Tanti auguri a William Arthur Philip Louis del Galles, nato a Londra il 21 giugno 1982!
Il Principe William, figlio primogenito di Re Carlo III, membro della famiglia reale britannica, già duca di Cambridge e primo nella linea di successione al trono, ha ricoperto varie cariche militari svolgendo anche il ruolo di pilota di ricerca e salvataggio della Royal Air Force e, nel 2005, è entrato come volontario nella Croce Rossa inglese.
Nell’augurargli buon compleanno, cogliamo l’occasione per tornare a parlare di un problema dermatologico di cui anche il Principe del Galles è affetto: l’alopecia androgenetica.
Abbiamo già iniziato ad affrontare l’argomento nell’articolo dedicato all’attore Matthew McConaughey in cui abbiamo visto in particolare quanto è frequente, le sue cause, come si presenta e quali malattie entrano in diagnosi differenziale con essa. Oggi, dopo aver ricordato brevemente cosa si intende per alopecia, ci soffermeremo sulla terapia.
Cos’è l’alopecia androgenetica?
L’alopecia è una condizione dovuta alla caduta di peli e capelli, con conseguente formazione di una o più aree glabre. Tra le alopecie non cicatriziali (ossia quelle in seguito alla perdita dei peli, si forma un esito fibrotico cicatriziale), la forma più diffusa è l’alopecia androgenetica, seguita dal telogen effluvium e dall’alopecia areata di cui abbiamo parlato anche nell’articolo dedicato a Jada Pinkett Smith.
Con la definizione alopecia androgenetica, o alopecia seborroica, o calvizie comune, intendiamo il progressivo diradamento del capillizio, conseguente al processo di miniaturizzazione dei capelli (ossia l’assottigliamento e accorciamento del fusto dei capelli, indotto dagli ormoni).
Le zone interessate dal diradamento sono in genere la regione frontale, fronto-parietale, temporale e il vertice del capo negli uomini e la fronte e il vertice del capo nelle donne.
Come si cura l’alopecia androgenetica?
Il diradamento del capillizio dell’alopecia androgenetica non si può bloccare del tutto ma si può rallentare.
Le terapie attualmente disponibili sono:
- topiche
preparazioni da applicare direttamente sul cuoio capelluto - sistemiche
farmaci da assumere per bocca - chirurgiche
autotrapianto - terapie ancillari
laser, iniezioni di fattori di crescita, etc…
Per chi vuole approfondire, ecco di seguito le caratteristiche principali delle principali terapie attualmente disponibili.
Minoxidil
È un vasodilatatore della famiglia degli antiipertensivi piperidino-pirimidinici, per il quale in sede di sperimentazione è stato osservato un particolare effetto collaterale, l’irsutismo, che ha portato all’uso per combattere l’alopecia androgenetica.
Si usa in soluzione topica negli uomini di solito al 5% mentre nelle donne al 2% (di solito in 1 o 2 somministrazioni giornaliere). Esiste anche la formulazione per via orale ma non è molto usata. Si usa da solo o in combinazione con altri prodotti a uso topico e orale.
L’efficacia è comprovata da meta analisi e revisioni sistematiche della letteratura: il minoxidil riduce o arresta la caduta dei capelli favorendone la ricrescita, almeno temporanea, con un meccanismo non del tutto noto ma pare che la densità dei capelli nell’area di applicazione aumenti grazie a un prolungamento della fase anagen (=di crescita) e un accorciamento della fase telogen (=di quiescenza) del follicolo pilifero, contribuendo a ingrossare i capelli miniaturizzati facendo invertire il processo di trasformazione da pelo terminale a pelo vellus dal III mese di terapia anche se per vedere qualche risultato bisogna attendere almeno 6 mesi, con controlli intermedi per valutare eventuali eventi indesiderati.
I possibili effetti avversi locali sono prurito, irritazione, peggioramento di dermatite seborroica e ipertricosi facciale; più rari sono gli effetti indesiderati sistemici quali edemi e tachicardia con, in rari casi, calo pressorio. Il telogen effluvium dopo sospensione è molto frequente.
Finasteride
È un farmaco antiandrogeno, inibitore azosteroideo dell’enzima 5-alfa reduttasi di tipo II, il cui blocco riduce i livelli di diidrotestosterone (DHT) e di conseguenza gli effetti negativi di questo ormone sui follicoli piliferi.
La finasteride esiste in compresse e, da alcuni anni anche in soluzione topica (non è provato che la formulazione ad uso locale sia più efficace di quella da assumere per os ma sicuramente è da considerare, soprattutto in pazienti giovani con forme iniziali, per la maneggevolezza e il minor rischio di eventi avversi). Si tratta di un farmaco utile per gli uomini, in monoterapia o in associazione, mentre per le donne non ci sono franche evidenze di efficacia.
Gli studi dimostrano che i risultati sono dovuti alla sua azione ormonale di contrasto della miniaturizzazione dei peli terminali. ll processo di miniaturizzazione dei follicoli piliferi, che porta ad avere capelli sempre più sottili fino all’interruzione della crescita con atrofia dei follicoli piliferi, è principalmente causato dall’ormone DHT. Tale ormone si forma dal testosterone attraverso l’azione dell’enzima 5-alfa-reduttasi di cui esistono due varianti (tipo I e tipo II); il tipo II, che è presente nei follicoli piliferi del cuoio capelluto e della barba, è coinvolto maggiormente nella conversione del testosterone in DHT. La finasteride ha la capacità di prevenire la conversione del testosterone in DHT a livello tissutale bloccando il processo di caduta dei capelli negli uomini e, in alcuni casi, stimolando la ricrescita dei capelli in follicoli atrofizzati. I primi risultati si possono valutare a 6 e 12 mesi dall’inizio della terapia ma è utile fare visite intermedie per valutare eventuali effetti indesiderati.
Gli effetti collaterali principali sono alterazioni sessuali quali impotenza e calo della libido (che, se compaiono, si manifestano nelle prime fasi della terapia e si risolvono alla sospensione della stessa), ginecomastia (=ingrossamento delle ghiandole mammarie) e alterazioni del tono dell’umore.
Dutasteride
È un farmaco antiandrogeno, inibitore dell’enzima 5-alfa reduttasi; può essere considerato nella terapia dell’alopecia andogenetica maschile come alternativa alla finasteride.
Spironolattone e Ciproterone acetato
Sono farmaci ad azione anti-androgena, che bloccano cioè l’azione del testosterone, e quindi del suo metabolita attivo, il diidrotestosterone, sui tessuti.
Esistono in formulazione per os (in compresse) e possono avere un ruolo benefico nella terapia dell’alopecia femminile associata ad iperandrogenismo, in particolare per le donne affette da sindrome dell’ovaio policistico (PCOS). A dosi terapeutiche entrambi i farmaci normalizzano l’assetto ovarico in circa 7-9 mesi con conseguenti effetti positivi sul quadro tricologico.
Diversi studi di confronto valutano i due farmaci equivalenti anche se agiscono con meccanismo d’azione diverso: lo spironolattone è un antagonista del recettore dell’aldosterone che blocca in modo competitivo i recettori per gli androgeni inibendo la sintesi di DHT; il ciproterone acetato invece blocca i recettori degli androgeni attraverso la soppressione dell’ormone luteinizzante che, a sua volta, determina una riduzione dei livelli di testosterone.
Possono causare cefalea, calo della libido, irregolarità mestruali, ipotensione, stanchezza e iperkaliemia e femminilizzazione di feti maschi (non va usato in gravidanza).
Terapia chirurgica
L’autotrapianto è una tecnica chirurgica a cui si ricorre nelle forme più avanzate di alopecia.
Esistono diverse tecniche chirurgiche ma in generale il trapianto viene effettuato mediante prelievo di singole unità follicolari oppure di gruppi di peli da una zona donatrice che generalmente è la regione occipitale (=la nuca). Nelle zone riceventi, che sono le aree glabre (=senza capelli) da “riempire”, vengono praticate delle incisioni dove vengono innestati i capelli, in precedenza prelevati e adeguatamente trattati.
Dopo un’iniziale caduta dei capelli trapiantati si ottiene una ricrescita fisiologica anche se il mantenimento dei nuovi capelli nel tempo viene in genere aiutato dall’applicazione quotidiana di minoxidil.
Terapie ancillari
Oltre alle terapie classiche a base di minoxidil, finasteride e altri anti-androgeni, che sono riconosciute nelle linee guida internazionali come di prima scelta, esistono anche dei trattamenti ancillari la cui efficacia non è certa ma che migliorano il trofismo dei capelli e quindi possono essere proposti in associazione ai farmaci per ottenere dei risultati esteticamente più soddisfacenti.
Tra le più usate ricordiamo:
- la fotobiomodulazione (anche nota come low level laser terapy)
si tratta di una luce infrarossa che, con meccanismi ancora non chiari, riduce le specie reattive dell’ossigeno e aumenta la produzione di adenosina trifosfato (ATP) con effetti antinfiammatori,
non esiste un protocollo univoco,
tra gli eventi avversi ricordiamo prurito, rossore, parestesie e acne; - il PRP (= Plasma Ricco di Piastrine)
sfrutta il principio che i fattori di crescita presenti nelle piastrine possono stimolare la ricrescita dei capelli,
si usano varie tecniche tra cui quella classica consiste nell’ottenimento del PRP dal sangue del paziente stesso che viene centrifugato,
può causare irritazione locale; - il microneedling
è una tecnica mininvasiva che può essere usata “a secco” per stimolare il microcircolo locale o per veicolare farmaci migliorando l’assorbimento locale di minoxidil e altri fattori di crescita quali i WNT,
possono essere usati vari protocolli (per dettagli si consiglia di leggere l’articolo dedicato a Dua Lipa),
la procedura può causare una lieve irritazione locale; - i fattori di crescita e le sostanze rubefacenti
irrobustiscono il fusto dei capelli e migliorano il microcircolo locale,
possono essere applicati sul cuoio capelluto oppure iniettati nel derma; - le tecniche di camouflage
comprendono il microblading, o l’uso di spray o polveri che scuriscono il cuoio capelluto camuffandolo e dando così l’effetto visivo di capelli più folti.
Torneremo ancora a parlare di alopecia per approfondire nuovi interessanti aspetti di questo disturbo.
In ogni caso se hai una caduta dei capelli precoce o hai familiarità per calvizie, non esitare a consultare il tuo Dermatologo di fiducia che saprà rispondere a tutte le tue domande sul disturbo e sui possibili trattamenti e, se necessario, dopo aver inquadrato il tipo di alopecia, potrà consigliarti il protocollo terapeutico più adatto.
SD