Oggi facciamo gli auguri di buon compleanno a Maria Halle Berry, nata a Cleveland il 14 agosto 1966.
La bravissima attrice (che ricordiamo per le sue interpretazioni in Catwoman, The Call, X-Man, 007 – La morte può attendere, etc., vincitrice di numerosi premi tra cui l’Oscar come migliore attrice per il film Monster’s Ball – L’ombra delle vita) è anche una bellissima modella e ha un corpo statuario che però non è perfetto! Di recente infatti LaPresse ha pubblicato delle sue fotografie sulla spiaggia di Malibu che mettono in evidenza un po’ di pelle a buccia d’arancia…
Parlare di Halle ci offre quindi lo spunto per affrontare un argomento molto sentito dalle donne: la panniculopatia edematoso-fibro-sclerotica (o PEFS), più comunemente detta cellulite.
Cosa è la panniculopatia edemato-fibro-sclerotica?
La panniculopatia edemato-fibro-sclerotica, più nota con il termine cellulite, è un processo degenerativo del pannicolo adiposo (=tessuto grasso) sottocutaneo che ha origine da una microangiopatia (=sofferenza dei vasi sanguigni di piccolo calibro) distrettuale (generalmente degli arti inferiori) ed è caratterizzata, in fase iniziale, dalla formazione di edema (=accumulo di liquidi) e successivamente, da un’evoluzione fibro-sclerotica (=indurimento con formazione di fossette irregolari che conferiscono il tipico aspetto a buccia d’arancia).
La PEFS è un disturbo provocato da un’alterazione dell’ipoderma in cui si osservano:
– ipertrofia delle cellule adipose,
– ritenzione idrica negli spazi intercellulari ipodermici,
– alterazione del sistema venoso e linfatico con rallentamento del flusso sanguigno.
Quanto è frequente?
I dati epidemiologici della PEFS non sono noti ma si stima si tratti di un disturbo piuttosto comune.
A essere colpite sono quasi esclusivamente le donne, nel periodo post-puberale, con accumuli localizzati in prevalenza su cosce, glutei, fianchi e più raramente su addome e braccia; negli uomini è infrequente e quasi sempre concomita con disturbi ormonali.
Qual è la causa della panniculopatia edemato-fibro-sclerotica?
La PEFS riconosce una causa multifattoriale.
Fattori costituzionali:
- sesso femminile e conformazione genoide (=a pera) in cui prevale l’azione degli ormoni femminili (in particolare gli estrogeni) su recettori specifici, con conseguente formazione di accumuli adiposi localizzati, ritenzione idrica e stasi circolatoria (questi fenomeni diventano più evidenti in corso di sindrome pre-mestruale e gravidanza),
- squilibri ormonali (come la policistosi ovarica),
- familiartià per disturbi del microcircolo (stasi venosa e linfatica e fragilità dei capillari).
Fattori aggravanti:
- muscolatura poco tonica (per sedentarietà o per dimagrimento troppo rapido),
- regime alimentare non equilibrato (una dieta specialmente ricca di grassi e sale causa accumulo di adipe e ritenzione di liquidi),
- postura scorretta (stare in posizione seduta per molte ore ostacola il ritorno venoso e linfatico),
- abbigliamento troppo stretto e scarpe troppo alte (rallentano il ritorno venoso e linfatico dagli arti inferiori verso il cuore),
- fumo (favorisce i danni al microcircolo per aumento dello stress ossidativo e dell’azione vasocostrittrice),
- assunzione prolungata di estroprogestinici (favorendo l’accumulo di liquidi negli arti inferiori questi farmaci accelerano la PEFS).
Come si manifesta?
Si possono individuare 4 stadi di PEFS, caratterizzati da una progressiva degenerazione tissutale:
- PEFS al I stadio (PEFS edematosa)
E’ caratterizzata da edema (=gonfiore) per il ristagno di liquidi nell’ipoderma e da accumulo di grasso e acqua nelle cellule.
Sintomi e segni: si può sentire pesantezza alle gambe e la pelle diventa meno elastica. - PEFS al II stadio (PEFS fibrosa)
E’ caratterizzata da un processo di fibrosi reattiva (=infiammatoria) in cui le cellule adipose rimangono imprigionate in fini reticoli di fibre collagene (l’infiammazione è causata dal cattivo drenaggio delle scorie e dall’insufficiente ossigenazione dei tessuti).
Sintomi e segni: si possono sentire parestesie o altre alterazioni della sensibilità e la pelle appare pallida, più fredda e pastosa alla palpazione. - PEFS al III stadio (PEFS fibro-sclerotica)
E’ caratterizzata dalla presenza di micronoduli (gruppo di cellule adipose) incapsulati da fibre collagene in cui si ha un’importante compromissione del microcircolo con grave limitazione dell’ossigenazione tissutale e degli scambi metabolici.
Sintomi e segni: la palpazione della pelle è fastidiosa, il pinzamento diventa doloroso e la pelle appare “a buccia d’arancia”. - PEFS al IV stadio (PEFS sclerotica)
E’ caratterizzata da macronoduli con ulteriore rallentamento del flusso sanguigno e linfatico, che risultano fortemente compromessi.
Sintomi e segni: i noduli sono duri e dolenti al tatto, la pelle ha un aspetto disomogeneo “a materasso” con frequenti e sparsi ematomi, segno di fragilità capillare. Questa fase è, allo stato attuale delle conoscenze terapeutiche, irreversibile.
Come si fa la diagnosi di PEFS?
L’inquadramento clinico della cellulite deve essere effettuato da uno specialista e si basa su:
- anamnesi (abitudini di vita, storia ponderale, fumo, assunzione di farmaci, patologie associate, assetto ormonale, etc)
- valutazione della composizione corporea (massa magra, massa grassa, BMI)
- adipometria per lo studio qualitativo e quantitativo della struttura del tessuto adiposo sottocutaneo.
- eventuali esami strumentali (come l’ecocolor-doppler per accertare eventuale stasi e/o insufficienza venosa cronica degli arti inferiori, etc.).
Come si cura?
La valutazione specialistica è fondamentale per decidere il giusto approccio terapeutico (che nei casi più avanzati è in genere multidisciplinare) in quanto il trattamento della PEFS dipende dallo stadio di malattia.
Per prevenire o ridurre la cellulite è bene avere uno stile di vita sano che preveda:
- buona idratazione e dieta bilanciata,
- attività fisica regolare,
- uso di indumenti e scarpe che non ostacolano il drenaggio linfatico degli arti inferiori.
I trattamenti a oggi disponibili, da valutare caso per caso, sono:
- massaggi e bendaggi elastici (per ridurre la stasi linfatica);
- terapie fisiche come le onde d’urto (impulsi acustici che penetrano nei tessuti, attivando i meccanismi di riparazione e rigenerazione);
- terapie infiltrative (per es. iniezione di sostanze antidistrofiche o uso di appositi aghi per “rompere” i setti fibrosi);
- liposuzione (intervento chirurgico indicato nei casi più gravi).
La PEFS nelle fasi iniziali è considerata un semplice inestetismo ma in quelle più avanzate può essere definita una malattia vera e propria, quindi se pensi di avere la cellulite o desideri approfondire l’argomento con ulteriori dettagli contatta il tuo Dermatologo di fiducia che saprà aiutarti a inquadrare il disturbo di cui soffri e a consigliarti l’approccio terapeutico che fa al caso tuo.
SD