Pitiriasi versicolore

Cosa è la Pitiriasi Versicolore?

La Pitiriasi Versicolore (Pityriasis Versicolor o Tinea Versicolor) è un’infezione fungina superficiale della pelle, molto frequente, che risponde bene alle terapie ma tende alle recidive.

Clinicamente si presenta con chiazzette, lisce o desquamanti, localizzate soprattutto su collo, tronco e arti superiori, di varie sfumature di colore, dal rosa al color camoscio al brunastro al rosso cupo al bianco (il nome “versicolore” deriva proprio da questa varietà cromatica).

 

Quanto è frequente?

Si tratta di una patologia molto comune, diffusa in tutto il mondo, che può interessare persone di tutte le età, sebbene si osservi più spesso in adolescenti e giovani adulti, con predisposizione genetica (oltre 1 paziente su 5 riferisce storia familiare di pitiriasi versicolore).

Può presentarsi in ogni stagione ma viene diagnosticata più spesso in periodo estivo, quando ci si scopre e le chiazze si rendono più evidenti per via dell’abbronzatura. Curiosità: siccome in Italia di solito ci si abbronza al mare, in passato la pitiriasi versicolore veniva impropriamente chiamata con l’appellativo di “funghi di mare” ma il mare in realtà non è affatto causa dell’infezione!

 

Perché compare? Qual è la patogenesi della pitiriasi versicolore?

La pitiriasi versicolore è causata da un funghi del genere Malassezia (anche nota con il nome di Pityrosporum), in particolare dalle specie M. Globosa, M. Sympodialis e M. Furfur.

Le Malassezie sono saprofiti, cioè funghi “buoni”, che fanno parte della flora residente del cuoio capelluto umano dove si comportano come commensali e siccome per il loro nutrimento hanno bisogno di lipidi vivono nelle zone del corpo più ricche di ghiandole sebacee, in genere senza creare danni all’ospite.

Nei soggetti predisposti, in condizioni particolari, da saprofiti possono però diventare patogeni. Ciò si verifica soprattutto in situazioni di immunocompromissione (=abbassamento delle difese immunitarie) con conseguente aumento della proliferazione di questi funghi che occasionalmente diventano più “aggressivi” e che, non trovando più possibilità di nutrimento sul cuoio capelluto, già occupato da altri funghi, cadono verso il basso e creano colonie su collo, tronco e arti.

A favorire la loro proliferazione contribuiscono anche l’umidità (sport), l’iperidrosi (=aumento della sudorazione) e l’uso di oli e cosmetici grassi che rendono più difficoltosa la traspirazione.

 

Dove e come si presenta la pitiriasi versicolore?

Le manifestazioni cliniche variano in base all’età, al tipo di pelle e alla fase della malattia.

In fase attiva le lesioni sono caratterizzate da macchie rotondeggianti, di pochi millimetri di diametro, singole o multiple, con tendenza alla confluenza, di colorito variabile: rosee, rossastre o brunastre, ricoperte da squame furfuracee (=sottili come la forfora) biancastre che si evidenziano dopo il grattamento. Le chiazze possono essere asintomatiche o anche molto pruriginose.

In fase di remissione gli esiti (ossia ciò che rimane dopo la morte dei funghi) sono rappresentati da macchie ipocromiche (=biancastre, per mancanza di melanina) lisce, corrispondenti alle precedenti lesioni rosee, rossastre o brunastre furfuracee della fase attiva.

In età pediatrica le lesioni si localizzano principalmente in regione frontale e pre-auricolare; in età adolescenziale e adulta si osservano soprattutto su collo, tronco e radice degli arti superiori. Nei soggetti con cute a tendenza seborroica le chiazze tendono a essere più eritematose (=rosse e infiammate).

L’evoluzione della pitiriasi versicolore è cronico-recidivante, cioè guarisce ma tende a ripresentarsi nel tempo.

 

Come si fa la diagnosi?

Per porre la diagnosi generalmente è sufficiente l’esame clinico.

Nei casi dubbi, si può ricorrere a:

  • esame con la luce di Wood (alla lampada di Wood si evidenzia la tipica fluorescenza verde di questi funghi rispetto alla cute sana);
  • prelievo citologico + esame microscopico (previa raccolta di squame dalla superficie di una chiazzetta, e allestimento di un vetrino, si procede all’osservazione al microscopio ottico dove le Malassezie si presentano con il classico aspetto a polpette e spaghetti).

 

Con quali malattie entra in diagnosi differenziale la pitiriasi versicolore?

In alcuni casi può entrare in diagnosi differenziale con altre patologie dermatologiche: la forma attiva eritematosa si potrebbe confondere con la dermatite seborroica e con la pitiriasi rosea di Gibert; la forma ipocromica va in diagnosi differenziale con pitiriasi alba, vitiligine, micosi e con esiti cicatriziali di altre patologie.

 

Come si cura?

La terapia prevede l’uso di farmaci topici (=a uso locale) in varie formulazioni: shampoo-doccia, creme, spray, mousse o lozioni a base di antimicotici.

La terapia antimicotica per via orale non è indicata (in quanto l’infezione è recidivante, gli antimicotici sono tossici e non garantiscono la prevenzione delle recidive) e deve essere limitata ai casi eccezionali quando serva una guarigione in tempi rapidi (ad es. in previsione di un intervento chirurgico con taglio in corrispondenza della pelle infetta).

Non esiste nessuna terapia che possa garantire una guarigione definitiva ma si possono seguire alcuni accorgimenti per ridurre il numero di recidive e allungare i periodi di benessere tra una recidiva e l’altra, per esempio l’uso di detergenti a Ph acido durante la stagione calda, indossare cotone a contatto con la cute per ridurre il sudore e, per i pazienti soggetti a ricadute, eseguire il trattamento prima delle esposizioni solari in modo da prevenire gli antiestetici esiti ipocromici che possono durare anche molti mesi…

Quindi, se pensate di avere la pitiriasi versicolore, parlatene con il vostro dermatologo di fiducia che sarà pronto a verificare la diagnosi, consigliarvi la migliore terapia per il vostro caso e a darvi questi e molti altri suggerimenti utili!

 

SD

 

Comments Are Closed

Prenota una visita

Per tutti i possibili problemi associati alle patologie della pelle, ovunque tu sia, richiedi una consulenza dermatologica.